La stampa 3D è stata introdotta in ambito ortopedico nei primi anni 2000. I primi utilizzi in ortopedia sono iniziati con la prototipazione e la creazione di modelli anatomici personalizzati per scopi di pianificazione chirurgica e formazione medica. Questi modelli 3D permettevano ai chirurghi di studiare in dettaglio l’anatomia del paziente, prima dell’intervento chirurgico.
Con il passare del tempo la tecnologia della stampa 3D è stata sempre più integrata nell’ambito ortopedico per la produzione di protesi, ortesi personalizzate, impianti e persino strutture scheletriche.
Tuttavia, è importante notare che l’evoluzione della stampa 3D in ortopedia medica è un processo in corso, e le applicazioni e le tecniche continuano a svilupparsi per migliorare la qualità delle cure ortopediche e la vita dei pazienti.
I vantaggi della stampa 3D in ambito ortopedico?
I modi in cui la stampa 3D ha portato vantaggi all’industria ortopedica sono molteplici, tra i più importanti vale la pena ricordare: le innumerevoli possibilità di personalizzazione e la riduzione dei tempi di produzione.
Chiaramente esistono molti altri aspetti della stampa 3D che hanno, in questi decenni, influenzato il settore ortopedico.
Partiamo dai più importanti, citati sopra.
Innanzitutto, la “Personalizzazione”. Ebbene sì, grazie alla stampa 3D è ora possibile creare protesi, ortesi e impianti ortopedici su misura per il paziente. Questo è particolarmente vantaggioso in casi in cui le esigenze di un paziente sono uniche, poiché ogni dispositivo può essere progettato per adattarsi perfettamente all’anatomia del paziente stesso.
Da non sottovalutare anche la “Riduzione dei tempi di produzione”. Infatti, la stampa 3D, può ridurre notevolmente i tempi di produzione rispetto ai metodi tradizionali che, comunque, ancora oggi sono utilizzati per realizzare protesi e impianti ortopedici. Questa caratteristica è comunque fondamentale in situazioni di emergenza oppure quando è necessario sostituire rapidamente una protesi o un impianto.
E quando il particolare è complesso? In questo caso la stampa 3D consente di realizzare dispositivi ortopedici con geometrie complesse e intricate, che sarebbero difficili o impossibili da produrre con altri metodi. Questo è utile per dispositivi che devono adattarsi a parti del corpo complesse o che richiedono lavorazioni particolari, difficilmente realizzabili con altre tecnologie.
Quali sono i materiali da usare con la stampa 3D in ambito ortopedico?
Un accenno, visto che il campo medicale richiede l’utilizzo di materiali specifici biocompatibili, va ai materiali che le stampanti 3D sono in grado di processare. Ne esistono moltissimi, ma solo alcuni sono utilizzabili in ambito ortopedico per la realizzazione di dispositivi impiantabili. Tra questi, la stampa 3D può vantare l’utilizzo dei più avanzati in questo ambito come, ad esempio: leghe di titanio e polimeri biocompatibili, che possono essere utilizzati per la produzione di impianti resistenti, leggeri e duraturi.
Memori del fatto che la stampa 3D ha iniziato la sua storia come tecnologia adatta alla realizzazione di prototipi, anche in ambito medicale è stata sfruttata, e ancora lo è, in ambito Ricerca e Sviluppo. Il suo utilizzo ha infatti facilitato la sperimentazione e lo sviluppo di nuovi dispositivi ortopedici. I ricercatori possono rapidamente prototipare e testare nuovi concetti prima di avviare la produzione su larga scala. La realizzazione di prototipi, in questo caso, può essere anche fatta con materiali che non necessariamente devono essere biocompatibili.
In generale, la stampa 3D sta migliorando la qualità della cura ortopedica, offrendo soluzioni personalizzate e consentendo ai chirurghi di affrontare una serie di sfide in modo più efficace ed efficiente.
Stampa 3D e Leghe Leggere
Visto tutti i pro di questa tecnologia, anche il Leghe Leggere, non potevamo rimanere indifferenti.
E’ per questo motivo che, nei piani di investimento dei prossimi 5 anni, le stampanti 3D per la produzione di dispositivi medici impiantabili sono ai primi posti.
Per il momento abbiamo iniziato dedicando a questa tecnologia un’area specifica nel nuovo Plant 3.