Nell’articolo di oggi vogliamo presentare due tecnologie di stampa: stampaggio ad iniezione plastica e stampaggio a compressione materie plastiche, molto utili per la realizzazione di dispositivi medici impiantabili, ma non solo.Infatti, nella nostra divisione di stampaggio ad iniezione e stampaggio a compressione, oltre a dispositivi medici impiantabili, realizziamo anche svariati componenti per strumentari chirurgici.
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Queste due tecnologie sono: lo stampaggio ad iniezione plastiche e lo stampaggio a compressione materie plastiche

Stampaggio ad iniezione plastica

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Lo stampaggio ad iniezione plastica, molto utilizzato sia in campo industriale che medicale, è un processo in cui il materiale plastico viene fuso e iniettato all’interno di uno stampo.

L’iniezione del materiale “plastificato” avviene a pressioni elevate e a temperature altrettanto alte, questo per consentire lo scorrimento del materiale all’interno della macchina e, soprattutto, garantire che arrivi in ogni punto dello stampo.

Con questa tipo di tecnologia possiamo realizzare componenti sia impiantabili che per strumentari.

Alcuni esempi di prodotti, impiantabili, realizzati con la tecnologia dello stampaggio ad iniezione sono:

  • viti in PLLA
  • cage per la spina in peek
  • viti in peek per legamenti
  • placche in CFR peek (peek rinforzato con fibre di carbonio)

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Vite in PLLA (materiale bio e riassorbibile dal corpo umano).

 

 

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Placca in CFR peek.

 

 

 

Per quanto riguarda i prodotti impiantabili, lo stampaggio avviene in camere ISO 7. La pressa dedicata a questi componenti (immagine precedente), è poi collegata direttamente ad un’area ISO 5 in cui avviene immediatamente il processo di packaging sottovuoto, per preservare i componenti da contaminazioni esterne.

 

Altri prodotti, non impiantabili, che sono realizzabili con la tecnologia dello stampaggio ad iniezione sono:

  • manici per strumentari (pluriuso o monouso)
  • componenti di prova per strumentari
  • accessori per strumentari

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Un esempio di manico per kit-monouso.

 

 

 

Stampaggio a compressione

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La tecnologia di stampaggio a compressione materie plastiche si differenzia notevolmente da quella ad iniezione.

In primo luogo è un tipo di stampa usata, normalmente, per i polimeri termoindurenti. Il processo, senza entrare troppo nel tecnico, consiste nel comprimere il materiale plastico all’interno di un’impronta di uno stampo riscaldato. Il calore dello stampo fluidifica il materiale termoindurente che, compresso dalla pressa, dà forma al particolare. Anche le macchine utilizzate sono molto differenti. Si tratta infatti di presse di tipo verticale (immagine sopra).

Questa tecnologia è molto utile quando le parti da produrre sono relativamente semplici, geometricamente parlando (prevalentemente piatte e di dimensioni medio/grandi). L’utilizzo primario è per dispositivi impiantabili.

Le parti realizzate con la tecnologia dello stampaggio a compressione risultano essere più resistenti. Hanno oltretutto il vantaggio di non presentare sbavature e punti di giunzione. Anche la stabilità strutturale di questi componenti è molto alta.

Uno degli svantaggi maggiori per questa tecnologia è il tempo ciclo per ogni stampata, che può arrivare anche ad alcuni minuti. Per sopperire a questo problema si tende a realizzare stampi a più impronte.

Nella nostra sede produttiva dedicata agli stampaggi plastici è una tecnologia molto utilizzata per la produzione di un componente che fa parte di un dispositivo impiantabile per ginocchio.

Questa tecnologia è stata validata decenni fa da un importante produttore europeo di dispositivi medici, per la sua precisione e per la finitura superficiale dei pezzi. Ancora oggi è utilizzata con buoni risultati, nonostante siano passati molti anni.

 

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