Come viene impiegata la tecnologia dello stampaggio a compressione delle materie plastiche nella realizzazione di dispositivi medici impiantabili?
Stampaggio a compressione: come avviene nei dispositivi impiantabili
Solitamente i componenti prodotti con questa tecnologia sono presenti nelle protesi di ginocchio e anca.
Per quanto riguarda le protesi d’anca il componente realizzato con il processo dello stampaggio a compressione è il cotile che costituisce la parte dell’impianto che viene inserita nel bacino. Questo perché il materiale stampato, il polietilene, è molto duraturo e resistente al logoramento dato dall’attrito.
Per quanto riguarda le protesi di ginocchio la parte realizzata è il menisco. Anche in questo caso l’utilizzo del polietilene è dato dalla sue caratteristiche: inerte e anallergico, e con un’alta densità che fornisce la superficie di scorrimento.
Ma come avviene lo stampaggio a compressione delle materie plastiche?
Il processo del compression molding (stampaggio a compressione) consiste nel comprimere il materiale plastico (polvere di polietilene) all’interno di una o più impronte, ricavate in uno stampo. La particolarità di questa tecnologia consiste nel fatto che lo stampo viene riscaldato.
Il calore dello stampo fluidifica il materiale termoindurente che, compresso dalla pressa, dà forma al particolare.
Esistono, chiaramente, vari fattori che determinano la qualità e la resistenza meccanica dei componenti realizzati con questa tecnologia.
Tra questi quelli che incidono maggiormente sono legati alla pressione applicata e alla temperatura di riscaldamento dello stampo.
Le caratteristiche principali di questi componenti sono l’assenza di bave e di linee di giunzione.
Le parti prodotte tramite stampaggio a compressione delle materie plastiche presentano una stabilità strutturale molto alta.
Questa tecnologia è spesso il metodo di fabbricazione più efficiente per produrre parti semplici, prevalentemente piatte e di grandi dimensioni.