Il polietilene è un materiale polimerico che viene utilizzato in ambito chirurgico ortopedico per la realizzazione di componenti protesici, come ad esempio:
- inserti per coppe acetabolari (protesi di anca);
- inserti tibiali, patelle (protesi di ginocchio);
- piatti tibiali All-Poly (protesi di ginocchio per pazienti allergici);
- inserti per glenoidi (protesi di spalla).
Il polietilene ha il vantaggio di avere una buona biocompatibilità, una bassa usura e una facile lavorabilità.
Tuttavia, presenta anche alcuni svantaggi, come la bassa resistenza meccanica, la degradazione termica e la sensibilità all’ossidazione.
Per migliorare le prestazioni del polietilene, sono state sviluppate diverse tipologie, come il polietilene ad ultra alto peso molecolare (UHMW-PE Ultra High Molecular Weight Poly-Ethylene).
Questo offre un’eccezionale resistenza all’abrasione, una resistenza superiore agli urti, proprietà antiaderenti e autolubrificanti ed eccellenti caratteristiche meccaniche.
Il polietilene per realizzare componenti per protesi si lavora in diversi modi, a seconda del tipo di polietilene e della forma desiderata.
Alcuni metodi sono:
- Stampaggio a compressione
- Fresatura
Oggi vogliamo soffermarci proprio sulla prima tecnologia, lo stampaggio a compressione.
Lo stampaggio a compressione è un processo di fabbricazione che viene utilizzato per creare una vasta gamma di parti, dai componenti per aerei ai beccucci per i biberon. Chiaramente, nel nostro caso, l’utilizzo è per la realizzazione di componenti protesici per ginocchio.
Il processo di stampaggio per compressione differisce molto da quello per iniezione del materiale. Infatti, in questo processo, una quantità misurata di materiale di stampaggio normalmente preriscaldato (chiamato “carica”) viene compresso nella forma desiderata usando due stampi riscaldati.
A volte, per completare la produzione, è necessario prevedere una ripresa di macchina utensile, per modellare eventuali parti del componente che non è possibile realizzare da stampaggio.
