Come abbiamo già scritto in passato il tessuto osseo risulta essere meccanicamente molto resistente. A questa resistenza corrisponde un peso relativamente leggero.

Questo compromesso “meccanico” è frutto della composizione stessa delle nostre ossa.

Esistono infatti due varianti di tessuto osseo: il tessuto osseo corticale (o compatto) che rappresenta la parte esterna dell’osso, e il tessuto osseo spongioso (o trabecolare).

L’osso corticale è denso:

  • Resistente e rigido meccanicamente

 

L’osso spongioso è poco denso:

  • In sé, non garantisce sufficiente resistenza meccanica

 

Riassumendo si può di che il tessuto osseo è:

  • rigido (corticale): per evitare deformazioni eccessive
  • tenace (spongioso): serve capacità di assorbire e dissipare energia negli urti (es. durante la

locomozione o in eventi traumatici) in modo che sia minima l’energia trasmessa agli

organi più vulnerabili.

Queste caratteristiche ossee permettono di raggiungere resistenze meccaniche interessanti alle ossa umane.

SEGMENTO OSSEO SPONGIOSA CORTICALE
MODULO DI YOUNG
FEMORE UMANO 11.4 GPa 19.1 GPa
FEMORE BOVINO 10.9 GPa
CRESTA ILIACA UMANA 3.81 GPa 4.89 GPa
VERTEBRA UMANA 13.4 GPa 25.8 GPa
TIBIA UMANA 10.4 GPa 18.6 GPa

(Stephen C. Cowin “Bone Mechanics”)

 

Nonostante le caratteristiche meccaniche invidiabili del nostro sistema scheletrico a volte la forza applicata risulta superiore alla resistenza che le nostre ossa possono permettersi di opporre.

In questi, dovuti principalmente ad eventi traumatici, è necessario intervenire per ripristinare l’integrità dell’osso.

In base alla gravità della frattura si può ricorrere ad approcci molto differenti. Nei casi meno gravi le fratture sono trattate con un approccio di tipo conservativo che prevede l’immobilizzazione mediante bendaggio gessato.

In alcune circostanze, al contrario, è necessario stabilizzare i segmenti scheletrici impiegando dispositivi meccanici, applicati a seguito di un intervento chirurgico.

Questo tipo di intervento è detto di osteosintesi: una metodica di terapia delle fratture ossee che, contrariamente al metodo conservativo prevede l’esecuzione di un intervento chirurgico e l’installazione di dispositivi (es. chiodi, placche, viti, fissatori esterni ed interni), generalmente metallici, di ausilio alla stabilizzazione del segmento osseo fratturato.

Veniamo ora all’argomento principale di questo articolo: le placche neutre e di compressione.

I sistemi che impiegano placche e viti stabilizzano i segmenti ossei servendosi di due elementi accoppiati.

Si distinguono:

  • Placche “neutre” il cui scopo principale è quello di mantenere in posizione i segmenti ossei (caso delle fratture scomposte)
  • Placche “di compressione” che sono impiantate in modo tale che esercitino una forza di compressione costante alle rime di frattura dei due monconi

 

 

Placche neutre

La principale funzione di una placca neutra è quella di sostegno ed irrigidimento, non esercita quindi alcuna funzione di trazione o compressione e il suo unico scopo è quello di collegare i frammenti distali, ottenendo una maggiore stabilità della frattura. Il carico è supportato in parte dall’osso e in parte dalla placca.

Placche a compressione dinamica

Questo tipo di placca si divide in due categorie:

  • placche progettate per esercitare una forza di compressione
  • placche a compressione dinamica a contatto limitato

Il primo tipo, che esercitano una forza di compressione, devono la loro particolarità alla geometri delle forature (cave) dove vengono alloggiate le viti che fissano la placca all’osso.

Infatti, le viti si accoppiano con fori dal design particolare (eccentrici). Questa conformazione permette alle viti di “scivolare” su queste cave eccentriche e, questo scivolamento, permette lo scivolamento della placca stessa sull’osso.

Il secondo tipo, con contatto limitato sono caratterizzate da:

  • Area di contatto osso – placca ridotta
  • Fori di forma simmetrica (è possibile inserire la vite secondo un numero maggiore di

angolazioni) e distribuiti in maniera uniforme

  • Superfice inferiore strutturata e distribuzione uniforme della rigidezza

 

Da diversi anni, come produttori OEM, forniamo tutti questi tipi di placche e le relative viti di fissaggio.

Il materiale con cui realizziamo questi indispensabili prodotti di chirurgia ortopedica è il titanio.